L’oro: un’alternativa sempre più forte agli investimenti in dollari considerati sicuri
Secondo James Luke, gestore di fondi presso Schroders, le attuali tendenze globali sul piano geopolitico e fiscale stanno creando le condizioni per un forte aumento del prezzo dell’oro.
Geopolitica e debito pubblico come motori del rialzo dell’oro
Da tempo il mondo si sta allontanando dalla globalizzazione per entrare in una fase dominata dalla competizione tra grandi potenze. Sul fronte fiscale, i livelli elevati di debito pubblico e i deficit di bilancio cronici (in USA, Europa e Cina) rappresentano un mix che storicamente porta a indebolimento delle valute, inflazione e maggiore intervento dello Stato in economia.
In questo contesto, sempre più investitori cercano rifugio nell’oro, considerato un bene sicuro. Tuttavia, il mercato dell’oro è relativamente piccolo e non è in grado di sostenere una domanda globale simultanea senza un forte aumento dei prezzi. Le politiche di Donald Trump stanno accelerando questa dinamica.
Le politiche di Trump e il sistema monetario globale
La strategia economica di Trump, basata su dazi e protezionismo, potrebbe causare stagflazione (cioè inflazione e crescita bassa), uno scenario solitamente favorevole per l’oro. Ma l’impatto potrebbe essere ancora più profondo: puntando a ridurre i deficit commerciali con dazi mirati, Trump sfida direttamente il sistema del libero scambio e, indirettamente, anche il ruolo dominante del dollaro nel sistema monetario globale.
Dal 1971, il dollaro è la valuta di riferimento nel commercio e nella finanza internazionali. Questo ha spinto molti Paesi a investire i propri surplus in titoli di Stato americani e altri asset in dollari. Oggi però, con un debito estero netto di 26.000 miliardi di dollari, gli Stati Uniti potrebbero essere vulnerabili a un’inversione di questi flussi. In questo scenario, l’oro emergerebbe come alternativa chiave agli investimenti in dollari.
Prospettive per il prezzo dell’oro
Dall’inizio del 2024, il prezzo dell’oro è aumentato di oltre 1.000 dollari per oncia, superando i 3.150 dollari nei primi mesi del 2025. Se oltre alle banche centrali anche gli investitori privati continueranno ad acquistare oro, i prezzi potrebbero salire ancora di molto. L’offerta dalle miniere, infatti, è stabile dal 2018 e non può aumentare velocemente, mentre l’oro riciclato o il calo della domanda di gioielli potrebbero riequilibrare il mercato.
Un prezzo dell’oro a 5.000 dollari per oncia entro fine decennio, che un anno fa sembrava ottimistico, oggi appare addirittura prudente.
Effetti sul mercato azionario dell’oro
Le aziende legate all’oro potrebbero vedere crescere profitti e flussi di cassa più di qualsiasi altro settore. Eppure, sorprendentemente, molti investitori hanno venduto fondi passivi su questo settore per 2,4 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2025. Per alcuni, questo segnale contrarian è positivo per il sentiment di mercato.
A differenza delle altre materie prime, che restano lontane dai massimi storici, l’oro cresce come bene monetario, non come semplice commodity. Inoltre, i costi di produzione per le aziende aurifere – come energia e manodopera – sono sotto controllo, il che permette loro di godere di margini di profitto record.