Prezzo dell’Oro: Stabilità e Incertezza tra Debito USA e Acquisti delle Banche Centrali
Il prezzo dell'Oro mostra resilienza, sostenuto dalle crescenti riserve cinesi e dall'incertezza sul debito USA. Analizziamo i fattori che mantengono alto l'interesse degli investitori e le previsioni di crescita fino al 2025 in un contesto di de-dollarizzazione.
L’Oro si mantiene stabile attorno ai 3300 dollari mentre cresce l’allontanamento dal dollaro USA e aumentano le preoccupazioni sul debito americano
La stabilità del prezzo dell’Oro in un mercato incerto
Il prezzo dell’Oro è rimasto stabile dopo un breve calo sotto i 3300 dollari l’oncia per chi opera in dollari. Questo è accaduto in un contesto in cui i tassi di interesse a lungo termine sono tornati a salire nel mercato obbligazionario, in attesa dell’importante asta di nuovi titoli di Stato americaniprevista per la settimana, secondo quanto riferisce Atsuko Whitehouse di BullionVault.
Il debito USA sotto i riflettori degli investitori
Le preoccupazioni per l’aumento del deficit statunitense e l’instabilità sociale a Los Angeles – inasprita dalle operazioni contro gli immigrati volute da Trump – fanno sì che gli investitoriosservino con attenzione l’emissione di 22 miliardi di dollari in obbligazioni trentennali, prevista per giovedì. Si tratta di un test chiave per capire l’interesse del mercato verso il debito USA.
Rischio sul debito e impatto sul dollaro
Shahab Jalinoos, stratega valutario della banca svizzera UBS, spiega che se i rendimenti salgono a causa del maggiore rischio legato al debito americano, allora anche il dollaro potrebbe indebolirsi. Questo comportamento – obbligazioni e valuta in calo insieme – è più comune nei mercati emergenti.
La Cina continua ad accumulare riserve auree
Nel frattempo, la Cina ha annunciato di aver aumentato per il settimo mese consecutivo le proprie riserve auree, anche se solo di 2 tonnellate a maggio. Tuttavia, si ritiene che questi dati sottovalutino la reale entità degli acquisti da parte di Pechino, che dall’inizio dell’anno ha accumulato 17 tonnellate, portando le riserve totali a 2.296 tonnellate. La Cina si conferma così al sesto posto tra i Paesi con più oro.
Le previsioni degli esperti: de-dollarizzazione e nuovi massimi storici
Philip Newman, CEO della società di consulenza Metals Focus, ha affermato che i motivi che spingono la de-dollarizzazione restano solidi. Secondo il loro nuovo report “Gold Focus 2025“, i prezzi dell’oro, dopo essere aumentati di circa un terzo e aver toccato nuovi massimi storici, continuano ad essere sostenuti dall’incertezza economica, legata soprattutto alla politica americana e alle tensioni geopolitiche. Secondo Metals Focus, i fattori che favoriscono l’aumento del prezzo dell’oro continueranno almeno fino al 2025. Si prevede che il prezzo medio annuale salirà del 35%, fino a 3210 dollari l’oncia – il sesto massimo storico consecutivo.
L’importanza del livello di supporto a 3300 dollari
Il prezzo spot dell’oro è salito dello 0,3%, arrivando a 3321 dollari l’oncia, dopo una discesa di 90 dollari rispetto al picco di 3403 dollari raggiunto in tre settimane, a causa di dati sull’occupazione USA più positivi del previsto. Bruce Ikemizu, della Japan Bullion Market Association, sottolinea che il fatto che l’oro sia rimasto sopra i 3300 dollari è più rilevante del mancato superamento dei 3400 dollari. Questo indica che, nonostante i rischi sui mercati azionari, l’interesse per l’oro – in particolare da parte delle banche centrali – resta elevato.
Le banche centrali guidano la domanda globale
Tenendo conto anche degli acquisti non ufficialmente dichiarati, si stima che le banche centrali mondiali possano comprare circa 1.000 tonnellate d’oro nel 2025, per il quarto anno consecutivo. Questo rafforza la tendenza a diversificare le riserve rispetto agli asset in dollari.
Performance del 2025 e tensioni commerciali
Fino a oggi, nel 2025, l’Oro è salito in media del 26,8% rispetto all’anno precedente, toccando i 3022 dollari e arrivando anche a un picco intraday di 3500 dollari a fine aprile, dopo il crollo dei mercati in seguito all’introduzione di nuovi dazi da parte di Trump durante il “Liberation Day”. Trump ha annunciato che tre suoi consiglieri incontreranno oggi a Londra i rappresentanti cinesi, durante la visita del vice premier cinese nel Regno Unito per colloqui economici. L’incontro segue un accordo per sospendere temporaneamente i dazi per 90 giorni, raggiunto il 12 maggio.
Anche gli altri metalli preziosi in rialzo
Nel frattempo, anche l’argento ha continuato a salire, toccando i livelli più alti degli ultimi 13 anni e registrando un +0,9% a 36,22 dollari l’oncia. Il platino ha guadagnato il 2,8%, arrivando a 1201 dollari (massimo da 4 anni), mentre il palladio è salito del 2,4% a 1075 dollari, sostenuto dalla forte domanda del settore automobilistico.
L’andamento dell’oro in euro e sterline
Infine, il prezzo dell’Oro in sterline ed euro è leggermente calato dello 0,1%, scendendo a 2443 sterline e 2902 euro l’oncia, poiché entrambe le valute si sono rafforzate rispetto al dollaro sul mercato valutario.
Nuove politiche fiscali e l’aumento del debito nazionale
Al Senato è in discussione una proposta di legge dell’amministrazione Trump, soprannominata “One Big Beautiful Bill”, che prevede nuovi tagli fiscali, meno spesa sociale e un aumento del tetto del debito. Secondo le stime, questo piano potrebbe aumentare il debito nazionale di 2,4 trilioni di dollari nei prossimi dieci anni.