Oro 2025: il miglior guadagno semestrale dal 2007

Nel primo semestre del 2025, il prezzo dell’Oro ha registrato un incremento record del 25,7% in dollari statunitensi, rappresentando il miglior rendimento semestrale da quando ebbe inizio la crisi finanziaria globale nel 2007. L’impennata si è consolidata con un rialzo dello 0,2% nell’ultima seduta di giugno, dopo un minimo mensile toccato all’inizio della settimana.

Il prezzo spot dell’Oro continua a salire

Dopo una breve fase di flessione, il metallo prezioso ha recuperato terreno, chiudendo a 3281 dollari l’oncia, confermando il suo ruolo di bene rifugio in un contesto economico e politico incerto.

Dollaro USA in forte calo: -10% nel primo semestre 2025

In netto contrasto con l’Oro, l’indice del dollaro ha registrato una perdita del 10,1% nel primo semestre del 2025, toccando i livelli più bassi dal 2022. Questo rappresenta il peggior andamento del biglietto verde dalla caduta del sistema di Bretton Woods nel 1973.

Cause del crollo del dollaro

Il deprezzamento è stato attribuito alle politiche economiche e fiscali poco ortodosse dell’amministrazione Trump 2.0, tra cui:

  • Tensioni geopolitiche e commerciali
  • Critiche all’indipendenza della Federal Reserve
  • Un possibile aumento del debito fiscale legato al “One Big Beautiful Bill”

Le mosse fiscali di Trump spingono gli investitori verso l’Oro

Il piano di Trump per un taglio fiscale da 4,5 trilioni di dollari potrebbe aggravare ulteriormente il deficit pubblico. Il Congressional Budget Office stima che il disegno di legge aumenterebbe il debito federale di oltre 3,3 trilioni di dollari nel prossimo decennio.

Attesa per i dazi commerciali e negoziati internazionali

La scadenza per la reintroduzione dei dazi commerciali è fissata al 9 luglio, mentre continuano i negoziati con l’Unione Europea, la Cina, il Canada e l’India per evitare nuove guerre commerciali.

Le banche centrali puntano sull’Oro

Secondo un sondaggio del World Gold Council, il 95% delle banche centrali globali prevede di aumentare le riserve auree entro i prossimi 12 mesi. Il 43% ha intenzione di incrementare anche le proprie riserve interne, segnalando una fiducia crescente nel metallo giallo come strumento di protezione dal rischio valutario.

 

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