Cosa fare con le riserve di Oro italiane conservate negli Stati Uniti?

 

Attualmente il 43% delle riserve di Oro fisico della Banca d’Italia – pari a circa 1.061 tonnellate – è custodito in territorio americano, nei caveau della Federal Reserve di New York e a Fort Knox, Kentucky. Un valore stimato intorno ai 98 miliardi di euro. Anche la Germania conserva negli USA il 37% delle proprie riserve, con un ammontare di 1.240 tonnellate.

Questa presenza massiccia di Oro europeo in America era fino a poco tempo fa una semplice particolarità storica, ma negli ultimi anni è diventata una questione di sicurezza strategica.

Perché tanto Oro italiano è negli USA?

Le origini storiche: dal gold standard a Bretton Woods

Il posizionamento delle riserve italiane negli Stati Uniti affonda le sue radici nel sistema monetario del gold standard, in cui le valute erano convertibili in Oro. Dopo le guerre mondiali e l’instabilità economica, si passò al gold exchange standard, con il dollaro americano convertibile in Oro come punto di riferimento globale.

Durante la ricostruzione post-bellica, l’Italia trasferì parte delle sue riserve negli Stati Uniti. Il dollaro era la valuta dominante, e New York era (ed è ancora) uno dei mercati più importanti per lo scambio di Oro.

Sicurezza e Guerra Fredda

Fort Knox e la Federal Reserve erano considerati i luoghi più sicuri per la conservazione dell’Oro durante la Guerra Fredda. L’Italia, alleata degli USA, si affidò a queste strutture per motivi sia geopolitici che logistici.

I Dubbi attuali: Trump, instabilità e teorie del complotto

Con la presidenza di Donald Trump, la fiducia in una gestione neutrale e sicura delle riserve da parte americana è stata messa in discussione. Dichiarazioni ambigue, tensioni con la Federal Reserve e teorie secondo cui le riserve di Oro a Fort Knox sarebbero state “intaccate” hanno sollevato interrogativi.

Il World Gold Council ha rilevato che molte banche centrali stanno rivedendo le proprie strategie, orientandosi verso l’aumento e il rimpatrio delle riserve di Oro.

Il caso tedesco: un precedente importante

La Bundesbank e il rimpatrio dell’Oro

Nel 2013 la Bundesbank ha riportato in Germania quasi 700 tonnellate di Oro da Parigi e New York, a seguito di una campagna pubblica che sollevava gli stessi dubbi che oggi interessano anche l’Italia. Il costo dell’operazione fu di circa 7 milioni di euro.

L’Italia cosa dovrebbe fare con il suo Oro?

C’è un dibattito acceso tra esperti. Da un lato c’è chi sostiene che mantenere le riserve negli USA garantisca sicurezza, accesso al mercato e continuità. Dall’altro, cresce la convinzione che in tempi incerti conti non solo la proprietà dell’Oro, ma anche la disponibilità fisica immediata.

Il punto di vista della Banca d’Italia e della FED

Mentre la Bundesbank continua a considerare gli USA un partner affidabile, la Banca d’Italia ha preferito non rilasciare dichiarazioni ufficiali. Tuttavia, la crescente instabilità globale rende plausibile una futura revisione delle politiche di conservazione dell’Oro.

Rimpatriare l’Oro?

La scelta di mantenere l’Oro italiano negli Stati Uniti o di riportarlo a casa è una decisione strategica che tocca sicurezza, politica, economia e sovranità. In un mondo sempre più multipolare, la tendenza sembra andare verso una gestione più nazionale e diretta delle riserve auree.

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