Prezzo dell’Oro oltre 3.600 dollarinel 2025

Oro sugli scudi: quando la volatilità diventa un’opportunità

L’Oro è tornato a essere il protagonista dei mercati globali. Con i tassi d’interesse in calo, il dollaro in difficoltà e nuove tensioni geopolitiche, l’Oro ha raggiunto un record storico, confermandosi come bene rifugio per investitori e risparmiatori di tutto il mondo.

Dall’inizio del 2025, l’Oro ha messo a segno un rialzo superiore al 34%, superando la soglia dei 3.500 $ l’oncia e toccando quota 3.549 $. Tra i principali fattori di spinta ci sono la debolezza del dollaro, le attese di una politica monetaria espansiva da parte della Federal Reserve, la crescente instabilità internazionale e i consistenti acquisti delle banche centrali.

Secondo il Financial Times, la corsa all’Oro riflette la crescente sfiducia verso il sistema economico e politico degli Stati Uniti. Parallelamente, il Guardian evidenzia come l’Oro abbia superato l’euro nelle riserve ufficiali, posizionandosi subito dopo il dollaro.

Le ragioni del boom dell’Oro

Tagli dei tassi Fed

La politica monetaria accomodante di Jerome Powell ha ridotto il costo-opportunità di detenere asset non remunerativi come l’Oro.

Debolezza del dollaro

Il calo dell’11% del biglietto verde dall’inizio del 2025 ha reso l’Oro più appetibile per gli investitori internazionali.

Instabilità geopolitica

Le tensioni tra grandi potenze, le crisi regionali e il processo di dedollarizzazione hanno spinto Paesi come Cina, India e Russia ad aumentare le riserve in Oro.

Un’analisi di Proactive Advisor Magazine mostra come l’Oro abbia superato i titoli di Stato tradizionali in sette crisi su otto dal 1973 al 2024. Anche WisdomTree conferma una correlazione molto bassa con le azioni statunitensi negli ultimi 33 anni (inferiore al 20%).

Secondo VanEck, l’Oro è uno “store of value, diversificatore di portafoglio e scudo contro il rischio sistemico”. Il Financial Times aggiunge che oggi l’Oro rappresenta una copertura essenziale contro i rischi economici e istituzionali. MarketWatch consiglia una strategia bilanciata: 5% del portafoglio in Oro o argento e 5% in bitcoin per proteggersi dall’instabilità valutaria.

Tuttavia, Investopedia invita alla prudenza, ricordando che l’Oro ha registrato crescite medie del 23% negli ultimi tre anni, contro il 15% dell’S&P 500, ma le azioni restano fondamentali nel lungo periodo. Il New York Post segnala inoltre un aumento dei premi sul prezzo spot fino al 5-7% per l’Oro fisico in alcuni mercati.

Rischi e strategie sull’Oro

L’Oro non genera flussi di reddito come dividendi o cedole. Inoltre, l’investimento indiretto tramite ETF comporta costi di gestione e, negli Stati Uniti, una tassazione più sfavorevole. Infatti, l’Oro è classificato come “bene da collezione”, con aliquote fino al 28%, superiori a quelle sui capital gains ordinari.

In Europa, invece, l’Oro si conferma un asset strategico. Non è una scommessa speculativa, ma un elemento di stabilità nei portafogli fragili, complementare — e non sostitutivo — rispetto a investimenti tradizionali come azioni e obbligazioni.


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