Oro oltre i 4.100 dollari: nuovo record spinto da taglio tassi Fed e tensioni commerciali USA-Cina
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Oro ai massimi storici oltre i 4.100 dollari l’oncia

L’Oro ha superato un nuovo traguardo storico, sfondando la soglia dei 4.100 dollari l’oncia martedì. Il rialzo è stato alimentato dalle attese di un taglio dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve e dal crescente interesse degli investitori verso gli asset rifugio, in seguito all’inasprimento delle tensioni commerciali tra Washington e Pechino.

L’Oro spot è salito dello 0,9% a 4.145,85 dollari l’oncia, dopo aver toccato il nuovo massimo record di 4.179,48 dollari nella sessione precedente.
I future sull’Oro USA con consegna a dicembre hanno chiuso in aumento dello 0,7% a 4.163,40 dollari.

Dall’inizio del 2025, il metallo prezioso ha registrato un balzo di circa il 57%, infrangendo per la prima volta la barriera dei 4.100 dollari lunedì.

Le ragioni della corsa all’Oro: tassi, geopolitica e dedollarizzazione

Il rally dell’Oro è sostenuto da una combinazione di fattori: tensioni geopolitiche, aspettative di tagli ai tassi d’interesse negli Stati Uniti, forti acquisti da parte delle banche centrali e afflussi consistenti negli ETF sull’Oro.

Secondo Bank of America e Société Générale, l’Oro potrebbe raggiungere 5.000 dollari l’oncia entro il 2026, spinto da una politica monetaria più accomodante e da una crescente dedollarizzazione dei mercati internazionali.

Peter Grant, vicepresidente di Zaner Metals, ha sottolineato che “le tensioni commerciali USA-Cina, la possibile chiusura del governo e le aspettative di ulteriori allentamenti monetari da parte della Fed continuano a sostenere l’Oro”.

La guerra commerciale e le prospettive per l’Oro

Le tensioni tra Stati Uniti e Cina restano un catalizzatore decisivo per i movimenti dell’Oro.
Il presidente Donald Trump ha minacciato di imporre dazi del 100% sui prodotti cinesi, provocando un’escalation di misure reciproche tra le due maggiori economie mondiali.

Questa dinamica, combinata con la dedollarizzazione in corso, potrebbe spingere l’Oro verso i 5.000 dollari l’oncia già entro la metà del prossimo anno, secondo le stime di Grant.
Trump e il presidente cinese Xi Jinping dovrebbero incontrarsi in Corea del Sud entro la fine del mese, evento che i mercati seguono con grande attenzione.

La politica monetaria della Fed e l’impatto sull’Oro

L’Oro, che non genera rendimento, tende a performare meglio in contesti di bassi tassi d’interesse.
I mercati finanziari si aspettano che la Federal Reserve annunci un taglio di 25 punti base nel prossimo meeting di ottobre, seguito da un’ulteriore riduzione a dicembre.

Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha dichiarato che “le prospettive per l’occupazione e l’inflazione non sembrano cambiate in modo significativo rispetto al mese scorso”, alimentando le aspettative di una politica monetaria più morbida.

Questa visione rafforza ulteriormente il ruolo dell’Oro come bene rifugio in un contesto di incertezza economica e politica globale.

Argento e altri metalli preziosi seguono il trend

Non solo l’Oro: anche l’Argento ha toccato un nuovo massimo storico di 53,60 dollari l’oncia, prima di correggere dello 0,9% a 51,86 dollari.
Il metallo beneficia degli stessi fattori che spingono l’Oro, oltre a una crescente scarsità sul mercato spot.

Il Platino è sceso dello 0,3% a 1.640,76 dollari, mentre il Palladio è salito del 3,2% a 1.521,50 dollari, confermando la tendenza rialzista del comparto dei metalli preziosi.

Il nuovo record dell’Oro sopra i 4.100 dollari conferma l’attrattiva del metallo giallo in tempi di alta incertezza.
Con i mercati globali in tensione e la Federal Reserve orientata verso ulteriori tagli dei tassi, l’interesse per l’Oro come investimento difensivo continuerà a crescere.
Le previsioni di lungo periodo parlano chiaro: un obiettivo di 5.000 dollari l’oncia entro il 2026 è sempre più realistico, soprattutto se le tensioni geopolitiche e la dedollarizzazione dovessero intensificarsi.

 

 

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