Oro ai massimi storici nel 2025
La corsa dell’Oro prosegue inarrestabile: nel 2025 il metallo prezioso ha registrato un incremento di oltre il 60%, con un rialzo complessivo del 180% rispetto al 2022. A spingere questa crescita straordinaria contribuiscono il calo dei tassi reali negli Stati Uniti, l’aumento delle tensioni geopolitiche e gli acquisti record da parte di banche centrali ed ETF. Nonostante un mercato definito dagli analisti “ipercomprato”, l’offerta limitata continua a sostenere i prezzi, rafforzando la prospettiva di nuovi massimi nel medio periodo.
I tre motori della corsa dell’Oro
1. Tassi reali USA in calo e politica monetaria accomodante
La Federal Reserve sta proseguendo con i tagli ai tassi di interesse in un contesto di inflazione ancora superiore al 3%. Questa scelta riduce i rendimenti reali e rende l’Oro, che non offre interessi, un asset sempre più competitivo come strumento di protezione contro l’inflazione e la svalutazione del dollaro.
Gli investitori privati, alla ricerca di stabilità, aumentano così la loro esposizione in Oro, considerandolo una riserva di valore affidabile in tempi di incertezza economica.
2. Acquisti record di ETF e ritorno degli investitori europei
Settembre 2025 ha segnato il più alto afflusso mensile di sempre negli ETF legati all’Oro fisico. Dopo due anni di deflussi, gli investitori europei sono tornati a comprare, seguendo la tendenza guidata dagli Stati Uniti.
Questo flusso di capitali dimostra la rinnovata fiducia nell’Oro come bene rifugio e asset strategico per diversificare i portafogli.
3. Banche centrali e tensioni geopolitiche
Le banche centrali restano tra i principali protagonisti della domanda globale di Oro. Dopo decenni di vendite, tra il 1980 e il 2005, negli ultimi dieci anni hanno aumentato le riserve auree di circa dieci punti percentuali.
Le tensioni geopolitiche, le sanzioni finanziarie e i dubbi sulla sostenibilità del debito USA spingono molti Paesi a diversificare le proprie riserve valutarie accumulando Oro, da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza.
Offerta limitata e basi strutturali solide
A differenza del petrolio, la produzione di Oro non può essere rapidamente incrementata. Le miniere operano a pieno regime, mentre il riciclo e la rottamazione incidono solo marginalmente sull’offerta complessiva.
Questa rigidità produttiva, unita a una domanda in continua crescita, crea una base strutturale che sostiene la permanenza di prezzi elevati nel lungo periodo.
L’Oro resta un pilastro della diversificazione
Gli analisti riconoscono che il mercato dell’Oro è in una fase tecnicamente “ipercomprata”, ma continuano a mantenere una visione rialzista nel medio termine. Le prese di profitto parziali non modificano la strategia di fondo, che resta orientata a una sovraponderazione dell’Oro nei portafogli di investimento.
Con un obiettivo a 12 mesi che punta verso i 4.600 dollari l’oncia, l’Oro conferma il proprio ruolo di pilastro nella protezione del capitale e nella diversificazione finanziaria.