Oro della Banca d’Italia: perché è al centro del dibattito politico
Il tema dell’Oro della Banca d’Italia è tornato al centro della discussione pubblica in seguito alla manovra di bilancio 2026. La proposta introduce una tassazione agevolata sugli investimenti in Oro, stimata per generare circa 2 miliardi di euro, grazie a un’aliquota compresa tra il 12,5% e il 13% (ancora da definire) applicata alla rivalutazione dei metalli preziosi, in forma grezza o monetata, posseduti al 1° gennaio 2026.
Allo stesso tempo, una seconda proposta — sostenuta in particolare da Fratelli d’Italia — mira a ribadire che le riserve auree detenute e gestite dalla Banca d’Italia sono patrimonio dello Stato “in nome del popolo italiano”. Si tratta di un tema già discusso in passato, che continua a dividere politica ed esperti, con alcuni che parlano di una possibile interferenza sul ruolo della Banca centrale.
L’emendamento e la posizione di Fratelli d’Italia
L’emendamento, firmato dal capogruppo Lucio Malan e da altri senatori del partito, compare nel primo articolo della legge di bilancio 2026, quello che definisce l’equilibrio finanziario dello Stato per il triennio successivo. Il governo non ha intenzione di trasferire l’Oro di Bankitalia nel bilancio pubblico né sottrarlo al sistema delle banche centrali europee, dato che la materia ricade nella competenza della BCE.
Una garanzia strategica in caso di crisi
L’intento dell’esecutivo è di valorizzare l’Oro come riserva di sicurezza nazionale in contesti di instabilità internazionale. Non è però la prima volta che esponenti di Fratelli d’Italia sollevano discussioni sul ruolo e sulla struttura proprietaria della Banca d’Italia.
Già alla fine del 2022, il senatore Giovanbattista Fazzolari aveva sottolineato che Bankitalia è “partecipata da banche private”, definendola un’istituzione che opera con una sua legittima visione.
Quanto Oro possiede l’Italia e dove si trova
L’Italia detiene complessivamente 2.451,84 tonnellate di Oro, un livello storico raggiunto negli anni Novanta e rimasto invariato. La Banca d’Italia custodisce circa 1.100 tonnellate presso la sede di via Nazionale a Roma.
La distribuzione internazionale delle riserve
Il resto dell’Oro italiano è conservato presso altre banche centrali per ragioni di diversificazione e sicurezza:
• Stati Uniti: 1.061,5 tonnellate
• Svizzera: 149,3 tonnellate
• Regno Unito: 141,2 tonnellate
Secondo le stime attuali, l’Oro italiano vale circa 275 miliardi di euro, pari al 13% del PIL e al 10% del debito pubblico. Bankitalia precisa che la distribuzione geografica delle riserve non solo risponde a criteri storici, ma anche a una strategia di riduzione dei rischi e dei costi.
Italia tra i leader mondiali per riserve auree
Nella classifica aggiornata dal World Gold Council, l’Italia occupa il terzo posto tra i paesi con la maggiore quantità di Oro, preceduta solo da Stati Uniti (8.133,46 tonnellate) e Germania (3.350,25 tonnellate). Questo dato conferma l’importanza strategica delle riserve italiane e spiega perché il tema continui a generare discussioni politiche e istituzionali.