Dopo il fallimento dei token digitali, lo Zimbabwe punta di nuovo sull’oro: sarà la soluzione alla crisi?
Lo Zimbabwe ha deciso di tornare a utilizzare le monete d’oro per rafforzare la sua valuta nazionale, abbandonando l’esperimento dei token digitali garantiti da oro, che non hanno funzionato come sperato. Il governo ora cerca di combattere l’inflazione affidandosi a un bene fisico e riconosciuto come stabile: l’oro. Ma resta il dubbio se questa mossa sarà davvero efficace.
Negli ultimi anni, il Paese ha tentato varie soluzioni economiche moderne, ma con risultati deludenti. Dopo aver provato le valute digitali collegate all’oro, ora si torna alle monete reali, una scelta che può sembrare un passo indietro ma che sta alimentando un acceso dibattito. Forse proprio l’oro fisico, con la sua lunga storia di valore, può aiutare a ricostruire la fiducia perduta verso la banca centrale.
In una nazione abituata a crisi valutarie e inflazione fuori controllo, la popolazione guarda con cautela ogni nuova iniziativa. Tuttavia, l’oro potrebbe rappresentare un punto di partenza concreto per ristabilire un rapporto credibile tra governo e cittadini. La vera sfida sarà capire se questo ritorno alla materialità porterà a un cambiamento duraturo, o se si tratterà solo dell’ennesima soluzione temporanea.
Il ritorno delle monete d’oro Mosi-oa-Tunya
Dopo circa dieci mesi di sospensione, lo Zimbabwe ha rimesso in circolazione le monete d’oro Mosi-oa-Tunya. Questo progetto, avviato nel 2022, era stato accantonato per fare spazio a una valuta digitale (ZiG) coperta da oro, che però ha perso quasi metà del suo valore da quando è stata introdotta, secondo Africa Confidential.
L’inflazione annua ha superato l’85%, secondo Reuters, spingendo sempre più cittadini ad abbandonare la moneta locale per valute straniere, soprattutto il dollaro USA. In risposta, la Banca Centrale ha deciso di tornare all’oro fisico come mezzo per dare maggiore stabilità economica.
Le nuove monete d’oro sono vendute al prezzo di mercato dell’oro con un piccolo sovrapprezzo, e sono pensate anche per i piccoli risparmiatori. Come riporta Crypto.news, l’obiettivo è offrire un modo concreto per proteggersi dalla svalutazione e incoraggiare il risparmio in una forma più sicura.
Secondo Bloomberg, il piano potrebbe aiutare ad aumentare le riserve auree del paese e limitare il ricorso al mercato nero del dollaro. Tuttavia, non mancano le difficoltà: distribuire le monete richiede una logistica complessa, e la mancanza di fiducia nelle istituzioni è ancora un grosso problema. Senza riforme strutturali, anche questa iniziativa rischia di fallire.
Molti cittadini continuano a usare il dollaro americano per le spese quotidiane, considerandolo più affidabile. Inoltre, come fa notare Africa Confidential, senza trasparenza nelle decisioni economiche, persino l’oro potrebbe perdere il suo ruolo simbolico.
In sintesi, lo Zimbabwe spera che l’oro possa essere la chiave per uscire dalla crisi, ma resta da vedere se sarà davvero una svolta o solo un altro tentativo destinato a fallire.