Oro, il rally non è finito: analisti ancora ottimisti ma con prudenza
La recente correzione dell’Oro ha agitato i mercati finanziari, ma per gli esperti non si tratta di una bolla speculativa. Dopo mesi di crescita record, il metallo prezioso mostra una pausa fisiologica, mentre i principali fattori che hanno sostenuto il rally restano intatti. Tuttavia, il contesto globale suggerisce agli investitori di mantenere una strategia prudente.
Oro in frenata dopo i massimi storici: la peggior seduta degli ultimi 12 anni
Lunedì l’Oro aveva toccato un nuovo massimo storico a 4.381,52 dollari l’oncia, prima di subire un improvviso calo di oltre il 6% nelle 24 ore successive. In due giorni di ribassi, il metallo giallo ha bruciato oltre 2.200 miliardi di dollari di capitalizzazione, mentre l’indice RSI è tornato in zona “neutrale” dopo settimane di ipercomprato.
Nonostante resti in rialzo di oltre il 50% da inizio anno, la discesa ha riacceso i timori di una possibile inversione di tendenza.
I motivi della correzione: prese di beneficio e attesa per i dati USA
Secondo gli analisti, la flessione dell’Oro è dovuta principalmente alle prese di profitto in vista dei nuovi dati sull’inflazione statunitense, attesi per venerdì. In un contesto reso incerto dallo shutdown e dalle possibili mosse della Federal Reserve, gli investitori hanno preferito alleggerire le posizioni dopo una lunga fase rialzista.
Nonostante ciò, la maggior parte degli esperti ritiene che la fase attuale rappresenti solo una pausa tecnica all’interno di un trend di lungo periodo ancora positivo.
Evangelista (ActivTrades): “L’area dei 4.000 dollari resta un forte supporto”
Per Ricardo Evangelista, senior analyst di ActivTrades, il livello di 4.000 dollari l’oncia rappresenta una soglia psicologica chiave per il mercato. “Il recente calo riflette un miglioramento del sentiment di rischio, con l’allentamento delle tensioni tra USA e Cina sui dazi”, spiega.
A pesare sul metallo prezioso anche il rafforzamento del dollaro, che ha favorito le prese di profitto dopo settimane di ipercomprato. Tuttavia, aggiunge Evangelista, i principali driver del rialzo dell’Oro restano presenti: instabilità geopolitica, politiche monetarie accomodanti e acquisti massicci delle banche centrali.
Hansen (Saxo Bank): “Prospettiva rialzista fino al 2026”
Anche Ole Hansen, head of commodity strategy di Saxo Bank, mantiene una visione positiva sull’Oro e sull’argento nel medio periodo. Secondo l’analista, la fase di consolidamento attuale servirà ai trader per “riflettere e riconoscere che i fattori che hanno guidato i rally storici del 2025 non sono affatto scomparsi”.
L’orizzonte rialzista resta quindi valido fino al 2026, in linea con la crescente domanda di beni rifugio e le tensioni macroeconomiche globali.
Benetti (GAM): “Prezzo dell’Oro eccessivo ma comprensibile”
Più prudente Carlo Benetti, market specialist di GAM, che colloca il recente calo dell’Oro in un contesto finanziario più complesso. “Il prezzo sopra i 4.000 dollari appare eccessivo se confrontato con il suo valore intrinseco, ma riflette la crescente domanda di sicurezza da parte di investitori e istituzioni”, spiega.
Benetti sottolinea come dal 2022 le banche centrali dei Paesi Brics ed Emergenti abbiano aumentato le riserve auree di oltre mille tonnellate all’anno, segnale della fiducia nel metallo giallo come riserva di valore.
Diversificare resta la strategia vincente
Per gli esperti, il contesto attuale impone una gestione prudente e diversificata dei portafogli. Le forti oscillazioni dell’Oro e dei mercati azionari rendono fondamentale adottare una visione di lungo periodo, con orizzonti temporali pluriennali e obiettivi ben definiti.
Come conclude Benetti, “oggi più che mai serve ampliare la prospettiva, diversificare per aree geografiche e per asset class, mantenendo disciplina e coerenza con i propri obiettivi di vita”.