JP Morgan: il prezzo dell’Oro continua a crescere
Secondo l’ultimo Bond Bulletin di JP Morgan, il prezzo dell’Oro ha raggiunto un massimo storico, superando i 2.750 dollari l’oncia. L’interesse per i metalli preziosi torna ai livelli più alti degli ultimi anni e si afferma un nuovo quadro macroeconomico. La storica correlazione tra i rendimenti dei Treasury statunitensi e il prezzo dell’Oro appare oggi molto meno evidente.
De-dollarizzazione e domanda crescente di Oro
Gli investitori globali stanno aumentando l’esposizione all’Oro, mentre le Banche Centrali e i gestori di riserve valutarie riducono la dipendenza dal dollaro. Questo processo di de-dollarizzazione, discusso anche dai Paesi BRICS, è alimentato dalle tensioni geopolitiche e dal desiderio di maggiore autonomia finanziaria. Il risultato: la domanda di Oro si rafforza, sostenendo ulteriormente le quotazioni.
Valutazioni quantitative: la decorrelazione dell’Oro dai Treasury
La relazione tradizionale tra rendimenti reali decennali USA e prezzo dell’Oro si è indebolita. In passato, tassi più alti penalizzavano l’Oro, riducendo l’attrattiva del bene rifugio. Dal 2022, però, lo scenario è cambiato: l’invasione dell’Ucraina e il rialzo del rischio geopolitico hanno spinto gli investitori verso l’Oro nonostante l’aumento dei rendimenti obbligazionari.
L’Oro continua a essere percepito come riserva di valore alternativa e bene rifugio in periodi di volatilità, dimostrando che nuovi fattori di domanda prevalgono sugli effetti tradizionali dei tassi di interesse.
Fattori tecnici: offerta limitata e acquisti record
L’Oro ha mostrato maggiore volatilità a causa dei movimenti dei Treasury USA e dei riposizionamenti degli investitori. L’offerta resta contenuta: la produzione mineraria non cresce in modo significativo e gli acquisti delle Banche Centrali sono più che raddoppiati in due anni, passando dal 9% al 17% delle riserve ufficiali.
Tra i principali compratori figurano Turchia, Cina e India. Gli investitori istituzionali e gli ETF sull’Oro hanno mantenuto posizioni moderate, mentre la forte attività sui futures ha generato oscillazioni di prezzo nel breve termine.
La combinazione tra acquisti strategici delle riserve valutarie e caratteristiche difensive dell’Oro contribuisce a mantenere elevati i prezzi, nonostante la concorrenza di altri beni rifugio e i rendimenti obbligazionari più alti.
Implicazioni per gli investitori obbligazionari
La crescente deglobalizzazione e la perdita di correlazione tra Oro e rendimenti reali obbligano gli investitori a guardare oltre i tradizionali indicatori di mercato.
L’Oro si conferma strumento di diversificazione per i portafogli a reddito fisso, con una correlazione negativa media di circa 0,36 negli ultimi vent’anni. La tendenza suggerisce che gli investitori dovranno considerare asset alternativi, come materie prime e valute, per proteggersi dall’incertezza economica e finanziaria.